Galleria d’arte

Consulenze antiquarie e gestione di grandi collezioni a Pordenone

Il curatore della Galleria D’Arte San Giorgio di Pordenone, Domenico Santarossa, è un professionista qualificato nel suo settore che fornisce consulenze antiquarie e assistenza alla gestione di grandi collezioni.
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Gli studi e l’amore per l’arte

Dall’età di 16 anni mi sono sempre più interessato di Arte e antiquariato, dapprima con curiosità e, negli anni seguenti, con il desiderio di capire ed apprendere quanto di vero e raffinato poteva uscire dalle mani dell’uomo. A formarmi ancor di più nel gusto furono gli anni universitari trascorsi a Venezia insieme alle visite agli argentieri padovani e lagunari, ai raccoglitori di stampe e disegni, nonché ai rigattieri e piccoli antiquari, documentandomi con letture specifiche di libri e riviste specialistiche.

Molto ho appreso negli ultimi anni universitari da un anziano antiquario di Porto Marghera che mi introdusse nel mondo più specifico della stampa d’incisione di alto lignaggio.
Statua
Così, durante l’ultimo anno di Università, mentre stavo preparando la tesi di Urbanistica, maturai sempre più la convinzione che la libera professione nel campo architettonico non era la mia massima aspirazione di vita. Conclusi il lavoro di tesi con altri tre compagni di studi lavorando di giorno e di notte per chiudere l’iter di studi nel più breve tempo possibile. Tutto il penultimo anno lo avevamo dedicato alla raccolta del materiale utile per la stesura della tesi, che effettivamente venne redatta nel semestre Febbraio/Luglio del 1971, tempo necessario per presentarla in vesti acconce preparando, nello stesso arco di tempo, gli ultimi esami del V anno di Corso.

Il 27/07/71, in un bollente giorno di sole, emozionati e sudati, alle prime ore del pomeriggio discutemmo la tesi e concludemmo la nostra vita universitaria con la proclamazione di ciascuno di noi quattro Dottore in Architettura. Durante tutto il periodo del 1970/71 ero andato organizzandomi per concretizzare il sogno di aprire sotto casa una Galleria di spazi raccolti, nella quale tenere, con cadenza regolare, piccole mostre-mercato di stampe antiche, moderne e contemporanee. Al materiale che già possedevo, aggiunsi altro materiale che mi procuravo andando a Parigi assieme ad altri due appassionati d’arte pordenonesi, da tempo amici fraterni ai quali avevo esposto la mia intenzione di aprire una Galleria d’ Arte con molteplici attrattive.

Così, nell’ultima decade del Settembre ’71, alle ore 18,00 di un sabato fortunatamente bello e tiepido, inaugurammo gli spazi espositivi con una mostra di stampe dedicate al paesaggio e alle incisioni significative che erano state prodotte su questo argomento nei secoli XVII e XVIII in Europa. Devo confessare che l’ambiente pordenonese era un po’ estraneo alle arti figurative, tendenza che non è mutata nel tempo e, come città di provincia, ha sempre avuto diffidenza per tutto quanto d’artistico veniva presentato, quasi sempre solo in bianco e nero, senza alcun corredo cromatico.

Comunque l’attività continuò negli anni, superando anche la crisi del tristemente noto terremoto del ’76, facendosi conoscere e allargando la clientela in Friuli e nel Veneto attraverso la partecipazione ai mercati e mercatini dell’Antiquariato che sempre più andavano nascendo in tutto il Nord e Centro-Italia; alcuni di questi mercatini erano molto utili per venire a conoscenza di veri clienti collezionisti, preparati ed interessati al mondo dell’Antiquariato di vario genere ed in particolare delle stampe.
Un dipinto con pennello

L’attività di valutazione di opere d’arte e manufatti orientali

Nel 1982 mi separai dagli amici soci perché non riuscivamo più a coordinare l’attività antiquariale con le altre attività che la vita ci imponeva di mantenere per il nostro sostentamento e futuro. Io continuai a fare saltuari lavori d’ Architetto, stabili percorsi di insegnante con l’aspirazione di potermi cimentare un giorno nell’insegnamento della Storia dell’Arte nei Licei.

Già allora cominciavo a fare, sempre senza continuità, il perito estimativo in campo giudiziale e successorio.
Quello che effettivamente mi interessava era l’allargamento continuativo delle basi della mia conoscenza. Divenni, così, Schedatore dei capitali artistici in Regione, seguii i corsi di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Venezia e continuai a seguire, sempre nei medesimi orari, la Galleria che mantenne coerentemente i suoi originari orari d’apertura settimanale, da Martedì a Sabato, dalle 17,00 alle 19,30, con chiusura la Domenica ed il Lunedì. Ora l’età mi sta convincendo che sarebbe tempo di togliersi dagli impicci della vita commerciale, costituiti da rate di contributi INPS, denunce dei redditi, tasse da pagare e tutto quel che vi si accompagna, comprese le sempre nuove regole da rispettare che continuano ad essere emesse dai Governi e che ci arrivano dalla Comunità Europea e dalla burocrazia imperante, con in più l’informatica che amplia i mercati globali e costringe ad aggiornarsi, specie dal punto di vista lessicale e della lingua Inglese, la quale condiziona il campo con parole che ormai non comprendo più.

Non poteva poi capitare altro che la crisi economica internazionale del 2008 a completare l’opera, che ha impoverito la gente ed ancora ci staziona come una nuvola nera sul capo, creando delle situazioni di buio ed incertezza che tolgono la capacità di credere in un tempo prossimo futuro roseo e con nuove, belle prospettive. Finché la mente reggerà, rimarranno intatte le capacità di riconoscere quasi all’immediato le tecniche in cavo o in rilievo delle stampe d’arte; riconoscere l’età di un supporto cartaceo o pergamenaceo, datare più o meno una filigrana, un inchiostro riconoscendone il periodo in cui era in uso, ma anche stabilire o riconoscere le patologie incorse ad una carta antica per poterla avviare ad un restauro conservativo e, nello stesso tempo, per giungere meglio ad una più precisa datazione e riconoscimento degli stilemi d’un disegno antico e la tecnica con cui era stato vergato studiando coerentemente il tipo di carta di supporto.

Mi fermo qui per non tediare, ma posso qui affermare una mia certa dimestichezza coi punzoni dell’argento, con le marche e sigle di molte ceramiche europee e di saper riconoscere i principali stili delle manifatture ceramiche cinesi e giapponesi, così pure di saper riconoscere molte delle aree di provenienza e dei principali tipi di tappeti mediorientali, indiani e cinesi e molte simbologie in essi contenute.
Per ultimo posso affermare anche di possedere una discreta conoscenza bibliofila e miniaturistica europea.
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