Quello che effettivamente mi interessava era l’allargamento continuativo delle basi della mia conoscenza. Divenni, così, Schedatore dei capitali artistici in Regione, seguii i corsi di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio di Stato di Venezia e continuai a seguire, sempre nei medesimi orari, la Galleria che mantenne coerentemente i suoi originari orari d’apertura settimanale, da Martedì a Sabato, dalle 17,00 alle 19,30, con chiusura la Domenica ed il Lunedì. Ora l’età mi sta convincendo che sarebbe tempo di togliersi dagli impicci della vita commerciale, costituiti da rate di contributi INPS, denunce dei redditi, tasse da pagare e tutto quel che vi si accompagna, comprese le sempre nuove regole da rispettare che continuano ad essere emesse dai Governi e che ci arrivano dalla Comunità Europea e dalla burocrazia imperante, con in più l’informatica che amplia i mercati globali e costringe ad aggiornarsi, specie dal punto di vista lessicale e della lingua Inglese, la quale condiziona il campo con parole che ormai non comprendo più.
Non poteva poi capitare altro che la crisi economica internazionale del 2008 a completare l’opera, che ha impoverito la gente ed ancora ci staziona come una nuvola nera sul capo, creando delle situazioni di buio ed incertezza che tolgono la capacità di credere in un tempo prossimo futuro roseo e con nuove, belle prospettive. Finché la mente reggerà, rimarranno intatte le capacità di riconoscere quasi all’immediato le tecniche in cavo o in rilievo delle stampe d’arte; riconoscere l’età di un supporto cartaceo o pergamenaceo, datare più o meno una filigrana, un inchiostro riconoscendone il periodo in cui era in uso, ma anche stabilire o riconoscere le patologie incorse ad una carta antica per poterla avviare ad un restauro conservativo e, nello stesso tempo, per giungere meglio ad una più precisa datazione e riconoscimento degli stilemi d’un disegno antico e la tecnica con cui era stato vergato studiando coerentemente il tipo di carta di supporto.
Mi fermo qui per non tediare, ma posso qui affermare una mia certa dimestichezza coi punzoni dell’argento, con le marche e sigle di molte ceramiche europee e di saper riconoscere i principali stili delle manifatture ceramiche cinesi e giapponesi, così pure di saper riconoscere molte delle aree di provenienza e dei principali tipi di tappeti mediorientali, indiani e cinesi e molte simbologie in essi contenute.
Per ultimo posso affermare anche di possedere una discreta conoscenza bibliofila e miniaturistica europea.